Exsurge Christianitas!

Lega di preghiera per la restaurazione dell'Ordine Tradizionale Cattolico

Art.6 – Le apparizioni e il messaggio Di Fatima

L’apparizione del 13 Luglio 1917

Il “mistero” del terzo segreto – seconda parte (il mistero del terzo segreto)

Nel precedente articolo abbiamo presentato la versione “ufficiale” del terzo segreto di Fatima. L’annuncio della pubblicazione venne dato dal Card. Sodano nel maggio 2000 in occasione del viaggio a Fatima di Giovanni Paolo II per la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto (13 maggio 2000). Già in questa circostanza, circa un mese e mezzo prima della pubblicazione vera e propria (avvenuta il 26 giugno 2000 per mezzo della pubblicazione Il Messaggio del Card. Bertone), il Vaticano diede un’interpretazione “preventiva” del contenuto del terzo segreto “riducendone” il contenuto profetico negli eventi drammatici accaduti nel corso del XX secolo (dalla seconda guerra mondiale, alla diffusione del Comunismo ateo e alla lotta tra questo e la Chiesa) e quindi in fatti ormai passati, culminati nell’attentato del 13 maggio 1981 in piazza S. Pietro a Giovanni Paolo II. La pubblicazione del terzo segreto venne accompagnata da un commento teologico dell’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, Card. Ratzinger che sostanzialmente aderì a questa interpretazione (cambiando poi radicalmente posizione da Papa, come vedremo più avanti), sia pur con la precisazione che “non è intenzione della Chiesa quella di imporre un’unica interpretazione”.

Pertanto non è contro la Fede, né un atto di disobbedienza, pensare e credere che il terzo segreto non sia stato del tutto rivelato, e questo per varie ragioni.

L’interpretazione data dal Vaticano sembra infatti più adatta alla seconda parte del segreto, quella relativa appunto alla minaccia di una seconda guerra mondiale e agli errori che la Russia avrebbe diffuso nel mondo. Inoltre esistono alcune testimonianze e prove oggettive e documentate, presentate da autorevoli esponenti del mondo cattolico, che rendono estremamente ragionevole questa tesi e che, senza pretesa di esaurire un argomento così vasto, tenteremo di esporre in questo articolo.

Come nasce il testo del terzo segreto

Un importante indizio che fa dubitare della completezza della versione “ufficiale” del terzo segreto, lo possiamo derivare semplicemente guardando alla storia della redazione e dell’assemblaggio del terzo segreto da parte di Suor Lucia, nonché ai successivi passaggi tra i vari protagonisti che hanno avuto il prezioso documento tra le loro mani.

Sappiamo che il 31 agosto 1941 Suor Lucia scrisse i primi due segreti (o le prime due parti dell’unico messaggio a seconda di come la si voglia vedere), omettendo il terzo segreto perché durante l’apparizione del 13 luglio 1917 la Madonna le proibì di parlarne (tranne che a Francesco). La richiesta di scrivere il terzo segreto, le fu fatta nell’ottobre 1943 dal Vescovo Da Silva e Lucia, dopo due mesi di lotta interiore, e solo dopo che la Vergine Maria le apparse (a Tuy) per confermarle che effettivamente quella fosse Volontà di Dio, obbedì e lo scrisse il 3 gennaio 1944.

E’ importante a questo punto chiedersi cos’era che terrorizzasse così tanto Lucia tanto da impedirle di scrivere. Nella biografia di Suor Lucia Un cammino sotto lo sguardo di Maria (2014), pubblicato dal monastero delle carmelitane di Coimbra, dove la veggente visse lunghi anni fino alla morte, troviamo la sconvolgente pagina di diario che narra questo episodio: “Sentii lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui vidi e udii: la punta della lancia come una fiamma che si allunga fino a toccare l’asse terrestre e questa sussultare: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, debordano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato nel quale si è immerso”. Padre Joaquin Alonso, storico archivista di Fatima, che conosceva profondamente la veggente, avendo accesso illimitato a lei e ai suoi scritti, era sicuro che il motivo di tale angoscia non potesse essere “solo” l’annuncio profetico di grandi cataclismi anche perché già le prime due parti del segreto, da questo punto di vista, non erano certo “leggere” e Lucia non pare avesse avuto grandi resistenze nel metterle per iscritto. Probabilmente, sostiene P. Alonso, la cosa che maggiormente poteva inquietare una suora di clausura in quegli anni, cresciuta ed educata nell’obbedienza ai propri superiori nei quali riconosceva gli autentici rappresentanti della Volontà di Dio, non poteva che esser qualcosa che riguardasse “lotte intestine nel seno della Chiesa stessa e grandi negligenze pastorali dei più alti membri della gerarchia”. Dello stesso avviso era l’altro grande esperto di Fatima, Frère Michel de La Sainte Trinité, secondo cui, più di qualsiasi catastrofe naturale (di cui peraltro era già piena la letteratura di altre apparizioni e messaggi della Madonna), non poteva che essere il pericolo di una grande apostasia che avrebbe raggiunto fino i più alti vertici della Chiesa stessa.

Questo pensiero non è contro il Vangelo, né contro la promessa di Gesù per cui “le porte degli inferi non prevarranno su di essa”, e né tanto meno contro il dogma dell’infallibilità del Papa (che come sappiamo opera in casi e circostanze limitatissime e ben indicate dalla Pastor Aeternus del Concilio Vaticano I). Infatti, di un’apostasia quale grande prova finale che subirà la Chiesa, ne parla anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 675).

Che questo pericolo potesse essere il motivo del turbamento di Suor Lucia, pare essere avvalorato dalla nota locuzione interiore che la veggente ebbe nell’agosto 1931 a Tuy, durante la quale udì le seguenti parole della Madonna: “Lucia, fa conoscere queste precise parole di Gesù: fai sapere ai miei ministri, visto che seguono l’esempio del Re di Francia, ritardando l’adempimento della mia richiesta, che lo seguiranno anche nella sventura”. L’inadempimento di cui si parla è riferito alla Consacrazione della Russia che la Vergine aveva richiesto nel 1929, mentre l’accenno al Re di Francia si riferisce all’episodio della richiesta che Gesù, per il tramite della grande Santa Apostola del Sacro Cuore S. Margherita M. Alacoque, fece al Re Luigi XIV nel 1689, di inserire il Sacro Cuore negli stemmi reali, di costruire un tempio in Suo onore, di consacrare la Francia al Suo Sacratissimo Cuore e di chiedere al Papa una S. Messa in onore del Sacro Cuore di Gesù. Nessuna di queste richieste fu esaudita ed esattamente un secolo dopo, nel 1789, scoppiò la Rivoluzione francese  durante la quale cadde la monarchia e il Re, suo nipote, Luigi XVI, che dalla prigione, a distanza di un secolo, si ricordò di quelle richieste del Cielo, fu ghigliottinato nel 1793 perché ormai era troppo tardi. Le conseguenze furono devastanti: la geopolitica di tutta l’Europa ne rimase sconvolta, per non parlare dei danni che il pensiero illuminista avrebbe portato nei costumi, nella cultura, ma anche nella Chiesa con il modernismo che ne è uno dei frutti più velenosi, e di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. Un’altra ipotesi che potrebbe spiegare il terrore di Suor Lucia nel mettere per iscritto il testo del terzo segreto la ritroviamo nel libro di Antonio Socci Il quarto segreto di Fatima (2006): l’autore si chiede come mai in alcuni punti del testo del terzo segreto, suor Lucia parlasse di un “Vescovo vestito di bianco” e in altri più espressamente del “Santo Padre”; forse potrebbe riferirsi alla possibilità di qualcuno che pur indossando l’abito pontificio non fosse realmente e legittimamente Papa o di “due Papi”? Ma qui, per quanto si possa accostare a questa interpretazione lo scenario dell’attuale situazione ecclesiale, siamo nel campo delle ipotesi. Torniamo invece ai fatti e ai documenti.

Riprendiamo il racconto della stesura del testo del terzo segreto, a partire dalle stesse parole di Suor Lucia riportate da Padre Alonso:“il Vescovo da Silva e il Canonico Galamba mi dissero di scriverlo sui taccuini dove avevo tenuto il mio diario spirituale oppure, se lo desideravo, di scriverlo su un foglio, metterlo in una busta, chiuderla e sigillarla”. Il 9 gennaio 1944 Suor Lucia scrisse finalmente al Vescovo: “Ho scritto ciò che Ella mi ha chiesto; Dio ha voluto mettermi un po’ alla prova, ma in effetti questa era la Sua Volontà: (il segreto) è in una busta sigillata ed è nei taccuini”. Quindi mise il testo del segreto in una busta sigillata sulla quale scrisse:“Per ordine esplicito della Madonna questa busta può essere aperta nel 1960 dal Cardinale Patriarca di Lisbona o dal Vescovo di Leiria”.

Il Vescovo Da Silva, che ricevette la busta solo circa sei mesi dopo, mise a sua volta la busta sigillata di Lucia all’interno di un’altra busta sigillata su cui scrisse che dopo la sua morte essa avrebbe dovuto essere consegnata al Patriarca di Lisbona.

Dunque a suor Lucia furono offerte due modalità per mettere per iscritto il testo del terzo segreto e sembra che lei le colse entrambe. Questa circostanza è peraltro avvalora da altre prove molto chiare. Ad esempio durante la trasmissione televisiva “Porta a Porta” del 2007, il Card. Bertone mostrò ben quattro buste (e non due come ci si sarebbe aspettato, cioè quella di Lucia e quella su cui il Vescovo da Silva scrisse le sue istruzioni su come gestire il plico alla sua morte) di cui su ben due era riportata la frase di Suor Lucia circa l’ordine della Madonna di aprirlo nel 1960,le quali due buste erano certamente diverse in quanto dalle stesse immagini televisive si vede come le parole “Nossa Senhora” su una busta sono scritte entrambe sulla prima riga, mentre sull’altra busta sono una sulla prima e una sulla seconda riga. Questa evidenza oggettiva dimostra come non possano che esistere due plichi (che senso avrebbe avuto per Lucia inserire lo stesso testo in due buste una nell’altra?) E’ evidente che in un secondo momento, successivo a quello in cui aveva preparato la lettera indirizzata al Vescovo Da Silva, la stessa Lucia decise di mettere il foglio del suo diario spirituale in un’altra busta sigillata separata.

Il terzo segreto di Fatima in Vaticano

Nel 1957 Roma ordinò che il segreto venisse portato in Vaticano. Giungiamo dunque ad un altro grande testimone del terzo segreto di Fatima, Mons. Loris Capovilla, segretario personale di Giovanni XIII, dalle cui dichiarazioni apprendiamo le circostanze in cui due Papi lessero il terzo segreto. Dal suo racconto, Papa Giovanni XXIII lesse il terzo segreto nell’agosto 1959 alla presenza di vari testimoni tra cui lo stesso Mons. Capovilla e padre Paolo Tavares a cui fu chiesto di tradurlo dal portoghese all’italiano. Giovanni XXIII decise di richiudere il testo e chiese a Mons. Capovilla di scrivere sulla busta i nomi dei presenti e che lui non dava alcun giudizio. Qui abbiamo una prima contraddizione in quanto la versione ufficiale del Vaticano riporta che Papa Giovanni lesse il testo del terzo segreto nel 1960. Tuttavia è pur vero che anche il Card. Ottaviani testimoniò che Papa Giovanni lesse un testo contenuto in una busta sigillata e direttamente in portoghese (tanto che la versione “ufficiale” narra di una traduzione fatta nel 1967 su richiesta di Paolo VI, ma come mai se era già stata fatta nel 1959 se non perché si era in presenza di un altro testo?).

Mons. Capovilla racconta inoltre di essere stato contattato telefonicamente il 27 giugno del 1963 (pochi giorni dopo l’elezione di Paolo VI) da Mons. Dell’Acqua per conto dello stesso neo Papa, per sapere dove fosse il plico del terzo segreto di Fatima. La risposta fu che era lì dove lo custodiva Giovanni XXIII, nel cassetto destro della scrivania detta “Barbarigo” nella camera da letto del Papa. Successivamente lo stesso Mons. Dell’Acqua lo ricontattò per dirgli che in effetti il plico era stato trovato. Paolo VI, una volta letto il testo, decise di fare come il suo predecessore. Qui abbiamo una seconda contraddizione in quanto la versione ufficiale del Vaticano racconta che Paolo VI  lesse il terzo segreto il 27 marzo 1965 dicendo peraltro che, dopo averlo letto lo rispedì (vuol dire che da lì era venuto il plico) all’archivio del Sant’Uffizio. Abbiamo dunque un’incongruenza non solo sulla data, ma anche sul luogo in cui il testo era custodito. Ad un intellettuale cattolico che interrogò Mons. Capovilla su queste contraddizioni, il segretario di Giovanni XXIII rispose candidamente che il plico presente nella camera da letto del Papa e che Paolo VI lesse nel 1963, non era lo stesso che egli lesse nel 1965 e che proveniva dagli archivi del Sant’Uffizio! Peraltro anche sulla data in cui il testo del segreto fu letto da Giovanni Paolo II vi è una contraddizione: il suo portavoce Navarro-Valls in un’intervista al Washington Post rivelò che ciò avvenne nel 1978 (poco dopo la sua elezione), mentre la versione ufficiale del Card. Bertone parla del luglio 1981 presso l’ospedale Gemelli (poco dopo l’attentato). Appare evidente l’esistenza di due plichi!

Il contenuto della busta (o delle buste?)  

Passando ad analizzare il contenuto delle buste, le contraddizioni continuano. La versione ufficiale racconta che il testo scritto da Suor Lucia era scritto su quattro pagine separate. Ebbene, durante la già citata trasmissione “Porta e Porta” del 2007, lo stesso Card. Bertone mostra il testo scritto da Suor Lucia su un unico foglio piegato una volta in due metà, a formare appunto quattro facciate. Dunque un unico foglio e non “più fogli” come al contrario lo stesso Card. Bertone aveva indicato nel suo secondo libro L’ultima veggente (2007) riportando le parole della stessa Suor Lucia (da lui intervistata) che avrebbe confermato: “sì,sì, sono i miei fogli … i fogli che ho usato io”. Ma non è finita! Il foglio che il Card. Bertone mostra in diretta TV era di 62 righe, ma nel 1955 il Card. Ottaviani, che aveva interrogato Suor Lucia e aveva letto personalmente il segreto, aveva dichiarato che si trattava di un testo di circa 25 righe! Per finire, di tutte le buste che il Card. Bertone mostrò in TV, nessuna riportava quanto Giovanni XXIII aveva fatto scrivere da Mons. Capovilla quando lesse il segreto nel 1959! 

Cosa hanno detto i testimoni prima della pubblicazione del terzo segreto

Un altro aspetto da considerare sono le dichiarazioni fatte in tanti anni, prima del 2000, da parte di testimoni che avevano letto il terzo segreto e che hanno tutti, come fattore comune, un riferimento al grave pericolo di una grande apostasia nella Chiesa, cosa alla quale il testo pubblicato non fa alcun riferimento. Riportiamo, tra le tante, le testimonianze più significative ed autorevoli.

  • L’allora Segretario di Stato Card. Pacelli (futuro Papa Pio XII) nel 1931 fece una dichiarazione sorprendente quanto profetica, considerando che a quella data il terzo segreto non era stato nemmeno ancora scritto da Suor Lucia: “Sono preoccupato per i messaggi della Beata Vergine alla piccola Lucia di Fatima. Questo insistere da parte di Maria sui pericoli che minacciano la Chiesa, è un avvertimento divino contro il suicidio per l’alterazione della Fede, nella Sua Liturgia, nella Sua teologia”.
  • Il 26 dicembre 1957 Padre Augustin Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Francesco e Giacinta incontrò Suor Lucia; dei contenuti di quella conversazione, che furono pubblicati nel 1958 con l’approvazione dell’autorità ecclesiastica, riportiamo alcuni stralci che ci sembrano estremamente significativi e che possono essere visti come una buona sintesi del messaggio spirituale di Fatima: “Padre, la SS.ma Vergine è molto triste perché nessuno ha prestato attenzione al Suo messaggio, né i buoni né i malvagi (…) Ma mi creda, Dio punirà il mondo e lo farà in modo terribile. La punizione del Cielo è imminente (…) Non posso fornire altri dettagli, perché è ancora un segreto (…) Questa è la terza parte del messaggio di Nostra Signora, che rimarrà segreta fino al 1960 (…) Dica loro Padre, che molte volte la Santissima Vergine ha detto ai miei cugini Francesco e Giacinta e a me, che molte nazioni scompariranno dalla faccia della terra (…) Il diavolo sa cos’è che più di tutto offende Dio e che gli procurerà in breve tempo il maggior numero di anime (…) fa di tutto per avere la meglio sulle anime consacrate a Dio. Ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei Sacerdoti (…) In tutte le apparizioni la Santissima Vergine aveva un aspetto molto triste. Ella non ci ha mai sorriso. La mia missione non è quella di indicare al mondo il castigo materiale che certamente l’attende se non si converte, ma di ricordare a ciascuno il pericolo imminente di perdere le nostre anime per l’eternità, se ci ostineremo nel peccato (…) La Vergine mi ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine, e questa battaglia decisiva è lo scontro finale da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta; dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo, non c’è altra possibilità (…) Ella ha detto che Dio aveva deciso di dare al mondo gli ultimi due rimedi contro il male che sono il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria, il ché significa che non ce ne saranno altri (…) I due strumenti che ci sono stati dati per salvare il mondo sono la preghiera e il sacrificio. La Santissima Vergine ha voluto dare, in questa fine dei tempi in cui viviamo, una nuova efficacia alla recita del Santo Rosario (…) non esiste problema, per quanto difficile, materiale e soprattutto spirituale, che non possa essere risolto dalla preghiera del Santo Rosario (…) Con il Santo Rosario ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime”. Nonostante la precedente approvazione ecclesiastica, il 2 luglio 1959 la Curia di Coimbra emanò una nota durissima contro Padre Fuentes che fu rimosso dal suo incarico e rese nota una smentita generale da parte di Suor Lucia. Inoltre il Vaticano impose il silenzio alla veggente vietando le visite se non approvate da Roma. Cosa era cambiato in quei mesi per passare da un’autorizzazione alla pubblicazione ad una censura così dura? A Roma era cambiato il Papa … essendo salito al soglio petrino, Giovanni XXIII, colui che per primo deciderà, di lì a poco, di non adempiere all’ordine della Madonna di pubblicare il terzo segreto nel 1960. 
  • In una conferenza del 1967 il Card. Ottaviani, prefetto del S. Uffizio, interrogato sul terzo segreto disse: “posso dirvi solo questo: verranno tempi molto difficili per la Chiesa e c’è bisogno di molte preghiere perché l’apostasia non sia troppo grande”.
  • Nel 1970 Suor Lucia scrive ad un amico religioso: “E’ doloroso vedere una confusione così grande e in tante persone che occupano posti di responsabilità. Il fatto è che il demonio riesce a presentare il male sotto l’apparenza del bene e i ciechi stanno cominciando a guidare gli altri”.
  • Prima della sua morte, avvenuta nel 1981, Padre Alonso, disse che:“nel periodo che precede il grande trionfo del Cuore Immacolato di Maria, accadranno cose terribili. Queste ultime formano il contenuto della terza parte del segreto. Se in Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede, se ne può dedurre che in altre parti della Chiesa questi dogmi diverranno oscuri o addirittura persi del tutto”.
  • Nel 1995, il Card. Ciappi, teologo di tutti i Papi da Pio XII a Giovanni Paolo II, dichiarò che “nel terzo segreto viene predetto, tra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa partirà dal suo vertice”.
  • Frère Michel de La Sainte Trinitè scrive: “in molte nazioni, quasi nell’intero mondo, la Fede si perderà. I Pastori della Chiesa difetteranno gravemente nei doveri del loro ministero (…) si lasceranno sedurre in gran numero da perniciosi errori diffusi dovunque. Questo sarà il tempo della battaglia decisiva tra la Vergine e il diavolo. Un’ondata di disorientamento diabolico dilagherà nel mondo. Satana si introdurrà fino al più alto vertice della Chiesa (…) Questa sarà la grande apostasia predetta per gli ultimi tempi: il “falso agnello” e il “falso profeta”  tradiranno la Chiesa a vantaggio della bestia”.
  • Nel 1998 l’ambasciatore delle Filippine presso la Santa Sede rivelò che il Card. Ratzinger gli confermò che “i messaggi di Akita e di Fatima sono essenzialmente la stessa cosa”. Ad Akita (Giappone), apparendo a Suor Agnese Katsuko Sasagawa il 13 ottobre 1973 (notate la data), la Madonna predisse un terribile castigo, più grande del Diluvio, che spazzerà via gran parte dell’umanità, se gli uomini non si convertiranno, esortando alla preghiera quotidiana del S. Rosario, e che “l’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno Cardinali opporsi a Cardinali, Vescovi contro Vescovi; i Sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli (…) la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi”.

L’ordine della Madonna di rivelare il segreto nel 1960

Un altro aspetto che contribuisce ad infittire il mistero riguardante il terzo segreto di Fatima è quello che concerne l’annotazione di Suor Lucia sulla sua busta che conteneva il testo del terzo segreto (che in realtà riportò, come abbiamo visto, su due buste), circa l’ordine della Madonna, di rivelarlo nel 1960. Dopo la pubblicazione del terzo segreto, molti cattolici hanno sollevato dubbi sulla completezza di quanto rivelato, tanto che nel 2007, lo stesso Card. Bertone, ritenne necessaria una seconda pubblicazione in cui riportò i contenuti principali di alcune conversazioni che egli stesso ebbe con Suor Lucia tra il 2000 e il 2003, tra cui le presunte conferme della veggente sia circa la completezza di quanto il Vaticano aveva pubblicato, sia circa l’interpretazione che il messaggio riguardasse null’altro che l’attentato a Giovanni Paolo II o comunque eventi ormai passati. L’inaffidabilità di queste considerazioni del Card. Bertone si manifesta grandemente quando, volendo chiudere l’annosa questione dei motivi per cui il Vaticano non aveva voluto pubblicare il testo del terzo segreto nel 1960 nonostante l’ordine della Madonna, arrivò a dire che Suor Lucia gli avrebbe confessato che in realtà non si era trattato di una richiesta esplicita della Madonna, bensì di una sua autonoma iniziativa perché riteneva quell’anno fosse sufficientemente lontano e che a quella data lei sarebbe già morta. Ora, al di là del fatto che non si capisce come mai una persona dovrebbe presumere di morire poco più che cinquantenne, si capisce come questa versione, anche tenuto conto della lotta interiore che Lucia dovette fronteggiare per riuscire a scrivere il testo del terzo segreto, è veramente grottesca, inverosimile se non addirittura offensiva nei confronti della veggente che viene fatta passare per una bugiarda! Per giunta, il Card. Bertone smentirà sé stesso solo poche settimane dopo quando, sempre durante la trasmissione televisiva “Porta a Porta”, mostrò la busta in esame in cui si vedeva proprio la scritta di Suor Lucia che parlava di un “ordine esplicito della Madonna” di aprire la busta nel 1960. Suor Lucia non avrebbe mai potuto inventarsi una cosa del genere attribuendole parole che la Vergine non le avrebbe mai realmente suggerito.

La continuazione della frase “in Portogallo si conserverà il dogma della fede, ecc.”

Che il terzo segreto di Fatima fosse diviso in due parti racchiuse in due plichi distinti appare ormai più che evidente. Non si mette certo in discussione che la parte pubblicata dal Vaticano riguardante la famosa visione del Vescovo vestito di bianco ucciso, non faccia parte realmente del terzo segreto, tuttavia è più che ragionevole pensare che questo non sia tutto. Anche la logica ce lo suggerisce, infatti:

  • il testo riportato dalla versione “ufficiale” non è la continuazione logica della frase con cui s’interrompeva lo scritto di Suor Lucia (nella sua IV Memoria) con i primi due segreti “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede, ecc.”;
  • per gli altri due segreti, la Madonna dà sempre anche la spiegazione della visione: come mai per il terzo segreto non vi è traccia di alcuna spiegazione della Vergine?
  • Oltre all’ammissione di Mons. Capovilla (come abbiamo già visto) abbiamo anche un altro autorevole testimone dell’esistenza di una seconda parte del terzo segreto. Si tratta del Padre Schweigl, emissario di Pio XII a Fatima, che nel 1952 testimoniò che “la seconda parte (del terzo segreto) è la logica continuazione delle parole “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede”.

Il “dietrofront” di Benedetto XVI

L’ultimo tassello (ultimo in senso cronologico, ma forse dal punto di vista dell’autorevolezza della fonte è forse tra i più importanti) che definitivamente mantiene aperta la questione del mistero del terzo segreto di Fatima è l’affermazione di Papa Benedetto XVI che di fatto ritrattò quanto aveva dichiarato da Cardinale all’epoca della pubblicazione del terzo segreto, quando aveva sostanzialmente abbracciato l’interpretazione Sodano/Bertone. Al contrario, il 13 maggio 2010, durante l’omelia da lui tenuta a Fatima nell’anniversario della prima apparizione alla Cova d’Iria, il Papa affermò che: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”, parlando esplicitamente della necessità di una “passione della Chiesa” e di sofferenze, attacchi, persecuzioni alla stessa provenienti non tanto dai nemici di fuori, ma dal suo interno. Queste affermazioni si inquadrano perfettamente, e vanno a chiudere il cerchio, con le testimonianze che abbiamo riportato circa il pericolo di una grave apostasia nella Chiesa.

Conclusioni

Ci si potrebbe fermare a lungo ad indagare su tante domande che scaturiscono dalla lettura di questo articolo, che è solo una sintesi di tanti studi che sono stati condotti in questi anni e che, come detto in premessa, non ha la pretesa di esaurire l’argomento. Domande del tipo:

  • Perché tenere nascosta la parte del segreto riguardante il pericolo di una grave apostasia nella Chiesa?
  • Perché i Papi, in primis Giovanni XXIII, non hanno voluto seguire l’ordine della Madonna di rivelare il terzo segreto nel 1960? Era forse sconveniente perché si era nell’imminenza di indire il Concilio Vaticano II e forse l’apostasia preannunciata sarebbe venuta in conseguenza di quell’importante evento ecclesiale?
  • Come mai non si è, a tutt’oggi, voluto dar seguito, almeno non nei termini da Lei specificati, nemmeno all’altra grande richiesta della Madonna, quellla della Consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato?
  • Come mai, se il contenuto del terzo segreto di Fatima era riconducibile ad eventi già passati e all’attentato a Giovanni Paolo II del 1981, si è aspettato quasi altri vent’anni per pubblicarlo e alcuni dei testimoni che lo avevano letto privatamente hanno continuato, anche dopo il 1981, a parlare di gravi pericoli per la Chiesa e per il mondo o dell’opportunità di non pubblicarlo per evitare una sorta di panico generale? Quale panico se gli eventi erano già accaduti? E come mai, ad esempio, nel 1994, proprio Giovanni Paolo II (in un libro di Vittorio Messori, “Varcare le soglie della speranza”), disse che “le parole che Maria disse a Fatima ai tre pastorelli sembrano avvicinarsi al loro compimento” se il terzo segreto si riferiva ad un evento già accaduto nel 1981?

Sono domande che ognuno di noi può legittimamente porsi, che però non ci devono togliere la pace che viene dalla promessa della Madonna che il Suo Cuore Immacolato è il nostro rifugio e alla fine trionferà. Quando? Non lo sappiamo. Possiamo affrettarlo? Sì certamente, rispondendo ai Suoi appelli. Ancor più facilmente possiamo farlo trionfare innanzitutto nella nostra anima, facendo quello che l’Immacolata ha chiesto ai pastorelli e, con loro, a ciascuno di noi: preghiera (soprattutto il S. Rosario), penitenza, offrerta dei sacrifici, vita Sacramentale e devozione Eucaristica, abbandonando del peccato, vita di Grazia e ritorno a Dio.

Pensandoci bene, più il tempo passa, più ci rendiamo conto che il mistero che ancora copre il terzo segreto di Fatima, si assottiglia, la nebbia si dirada e, chi ha occhi per vedere (quelli spirituali s’intende) si rende conto che sempre meno rimane ancora da conoscere e sempre più si compie davanti a noi, proprio sotto i nostri occhi, proprio in questi nostri tempi, proprio in questi giorni.