Exsurge Christianitas!

Lega di preghiera per la restaurazione dell'Ordine Tradizionale Cattolico

Fondamenti teologici della devozione mariana

La devozione a Maria non è un fatto puramente emotivo, solo un pio sentimento, sebbene anche questa dimensione sia importante; essa è radicalmente fondata sulla Tradizione della Chiesa e sulla Sacra Scrittura, sull’insegnamento dei Padri e dei Sommi Pontefici, oltre che sul magistero e la vita dei più grandi Santi.

Il fondamento biblico del ruolo della Madonna nell’economia della redenzione umana è già nel libro della Genesi: l’Immacolata è la più grande nemica del diavolo per il potere che le è stato conferito da Dio (“… Essa ti schiaccerà il capo”) e il demonio teme Maria più di qualunque altra creatura, anche degli Angeli, e in un certo senso persino di Dio, non perché Dio abbia meno potere di Maria su di lui, ma perché nella sua superbia egli odia tanto più essere sconfitto e umiliato da un’umile creatura umana che dall’Onnipotente. Creata senza peccato originale, l’angelo ribelle non poteva toccarla così il suo odio si riversa contro le anime che vogliono servirla, donarsi a Lei ed essere figli Suoi. Questa lotta si ripete in ogni anima, ma all’anima che entra nella terra vergine che è Maria, il diavolo non potrà nuocere. Dunque in ogni battaglia contro l’inferno vinceremo sempre se ricorreremo alla Madre di Dio, come recita anche l’antica anafora “Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio …”. Ma in tutta la Sacra Scrittura la Vergine Maria è presente, sia nell’Antico Testamento attraverso numerose grandi donne che ne sono la prefigurazione, sia nel Nuovo con i misteri della vita di Gesù, la nascita della Chiesa, fino ad arrivare alla “donna coronata di dodici stelle” dell’Apocalisse.

Già i Padri della Chiesa, tra i quali S. Ireneo, S. Ambrogio, S. Agostino, S. Giovanni Damasceno e molti altri, impreziosiscono la Liturgia e la pietà del popolo con splendidi inni e antifone mariane. Nel Medioevo, poi, la dottrina mariana conosce un notevole impulso grazie a figure eminenti quali S. Bernardo, S. Bonaventura, S. Domenico di Guzman, ecc. Dalle fonti francescane ricordiamo la nota e significativa visione di frate Leone delle due scale attraverso le quali molti frati cercavano di raggiungere il Cielo: una rossa con in cima Gesù e a Lui vicino S. Francesco, ed una bianca con in cima la Madonna: quelli che cercavano di salire per la scala rossa sin dai primi gradini cadevano, allora S. Francesco li esortava a salire per la scala bianca vedendo che chi saliva per quella scala raggiungeva facilmente la cima.

Tutti i più grandi Santi sono degli innamorati di Maria: da S. Giovanni Eudes (che fu tra i primi diffusori della devozione al Cuore di Maria) a S. Luigi M. Grignon De Montfort (che predicò la santa schiavitù di Maria e scrisse il preziosissimo Trattato della vera devozione a Maria), da S. Alfonso Maria De Liguori (autore di grandi classici di spiritualità quali “Le glorie di Maria” e le “Visite al SS.mo Sacramento e a Maria SS.ma”) a S. Gabriele dell’Addolorata, S. Giovanni Bosco, S. Teresina di Lisieux, S. Gemma Galgani, S. Massimiliano M. Kolbe (chiamato il “folle dell’Immacolata”), S. Pio da Pietralcina, ecc.

Non dimentichiamo che è la Chiesa stessa che da sempre incoraggia ed insegna la devozione alla Vergine Maria e in particolare la recita del S. Rosario. Nel Catechismo di S. Pio X leggiamo: “La Santissima Vergine è così potente perché è Madre di Dio ed è impossibile che non sia da Lui esaudita” (n. 336); “I Santi ci insegnano che i veri devoti sono da Lei amati e protetti con amore di tenerissima Madre e per mezzo di Lei sono certi di trovare Gesù e di ottenere il Paradiso” (n. 337); “la devozione che la Chiesa ci raccomanda in modo speciale è la recita del S. Rosario” (n. 338). S. Pio X inoltre indicava la devozione mariana come mezzo primario per realizzare il motto del suo pontificato “Instaurare Omnia in Christo”.

Per difendere l’integrità e la purezza della Vera Fede Cattolica dalle varie eresie che si sono diffuse nei secoli, la Chiesa ha anche proclamato alcuni dogmi mariani. Il primo è quello della maternità divina di Maria proclamato dal Concilio di Efeso (431) per combattere l’eresia di Nestorio, patriarca di Costantinopoli, che negava l’unicità della Persona di Cristo vero Dio e vero uomo affermando che in Lui sussistono due persone separate e che quindi Maria poteva definirsi Madre di Gesù, ma non di Dio, nonostante che il Concilio di Nicea (325) avesse già dogmaticamente affermato che Gesù Cristo è un’unica Persona e che le Sue due nature, Divina e umana, sono inseparabili. Ecco cosa ci insegna questo dogma; “Maria in tutta Verità è divenuta Madre di Dio per il concepimento umano del Figlio di Dio nel Suo seno; Madre di Dio non certo perché la natura del Verbo o la Sua divinità avesse avuto origine dalla Santa Vergine, ma poiché nacque da Lei il Santo Corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente”.

Dal primo dogma mariano scaturiscono anche gli altri. Se Maria doveva essere la Madre Dio, il cui grembo avrebbe dovuto accogliere l’incarnazione della Seconda Persona della Santissima Trinità, Ella doveva essere un Tabernacolo purissimo, l’Immacolata (o l’immacolatezza stessa come diceva S. Massimiliano Kolbe). Per questo Ella, in previsione dei meriti di Cristo, fu preservata da qualsiasi ombra o macchia di peccato, compreso quello originale. Ecco dunque il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, proclamato dal Beato Papa Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus l’8 Dicembre 1854 con queste bellissime e solenni parole (le citiamo integralmente anche per far vedere la bellezza di come la Chiesa si esprime per definire le Verità di Fede e con quale prudenza lo fa sapendo di impegnare non solo la fede dei credenti, ma ancor più l’azione dello Spirito Santo che, in presenza di queste condizioni, ne garantisce l’infallibilità): “dopo aver presentato senza interruzione, nell’umiltà e nel digiuno, le Nostre personali preghiere e quelle pubbliche della Chiesa, a Dio Padre per mezzo del Suo Figlio, perché si degnasse di dirigere e di confermare la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato l’assistenza dell’intera Corte celeste e dopo aver invocato con gemiti lo Spirito Paraclito; per Sua divina ispirazione, ad onore della Santa ed indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della Fede Cattolica e ad incremento della Religione cristiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa ed immutabile per tutti i fedeli”. Questo dogma venne poi addirittura confermato direttamente dal Cielo quando, a Lourdes nel 1858 (solo quattro anni dopo la sua proclamazione), la Vergine Maria si presentò a Santa Bernadette proprio come l’Immacolata Concezione!

Ma Se Maria non è stata sfiorata dal peccato originale, Ella non ne ha potuto subire nemmeno le conseguenze:

  • i dolori del parto: da qui il dogma della verginità perpetua di Maria, sancito dal Concilio Lateranense I nel 649 e che così insegna: “La Santa Madre di Dio e sempre Vergine Immacolata Maria (…) ha concepito senza seme per opera dello Spirito Santo e ha partorito senza corruzione, permanendo indissolubile, anche dopo il parto, la sua verginità”;
  • la morte e la corruzione del corpo: da qui il dogma dell’Assunzione in Cielo di Maria in anima e corpo, proclamato da Papa Pio XII con la bolla Munificentissimus Deus nel 1950 che così definisce questa Verità di Fede: “… anche i corpi dei giusti dopo la morte si dissolvono, e soltanto nell’ultimo giorno si ricongiungeranno ciascuno con la propria anima gloriosa. Ma da questa legge generale Dio volle esente la Beata Vergine Maria. Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo (…) Pertanto, (…) pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo (…) Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica”.

Questi sono i quattro dogmi mariani che la Santa Chiesa ha già proclamato. Siamo in attesa del quinto ed ultimo, quella di Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie che possiamo così sintetizzare (avremo poi occasione di approfondire la questione in articoli successivi): quando guardiamo la Croce e vediamo la Madonna ai suoi piedi, contempliamo l’unità profonda tra il Crocifisso e l’Addolorata che offrono un medesimo sacrificio e vivono la medesima Passione, come dice il Montfort: Gesù nel Corpo, Maria nel Suo Cuore; inoltre l’Immacolata è mediatrice di tutte le grazie, per Volontà stessa di Dio, perciò dal grado di avvicinamento dell’anima a Lei dipende la vita di grazia: quanto più l’anima si avvicina a Lei tanto più diventa pura, la sua fede viva, il suo amore bello e cresce nella pratica delle virtù.