Exsurge Christianitas!

Lega di preghiera per la restaurazione dell'Ordine Tradizionale Cattolico

Il sangue e il profumo di Padre Pio


IL CARISMA
DEL
PROFUMO.

Era un frate, considerato “speciale” e “prediletto” dallo stesso Padre Pio, a curare le sue ferite sanguinanti, cosparse su tutto il suo corpo.
È particolare quanto Fra Daniele Natale, scomparso nel 1995, descrive nei sui “Racconti”, che così egli narra: «Una notte, erano circa le tre meno dieci, mi sveglio improvvisamente: un’ondata di “intenso profumo” aveva invaso tutta la mia stanza; avvertivo un’atmosfera celestiale che infondeva gioia e, nel contempo, inebriava spirito e corpo.
Tanta era l’unicità della situazione che mi chiedevo se vi fossero intorno degli Angeli; tanta era l’emozione che accesi la luce per accertarmi, ma non riuscii a intravvedere nulla di quanto pensavo».
Mentre pregavo Gesù e la Santissima Madre Celeste, ho avvertito un pesante e strascicante camminare, come di uno che veniva da lontano e che affannosamente si avvicinava per fermarsi davanti alla mia porta; questa, da sola, si apre ed entra Padre Pio.
Egli, che era senza guanti, mi porge la mano da baciare, poi, con voce stanca e supplichevole, mi dice: “Aiutami! Aiutami!”
Questa richiesta me la rivolge per ben quattro volte e io, pur non sapendo cosa pensare, tanto meno cosa fare per aiutarlo, gli rispondo: “Sì, sì Padre, provvedo subito”.
Essendo già vestito, poiché a quei tempi si usava riposare con l’abito, mi metto al fianco del Padre e, prendendolo sottobraccio, ci incamminiamo verso la sua cella».
Avevo visto spesso Padre Pio sofferente, ma mai come quella mattina egli appariva stanco, malfermo, afflitto, tanto che non soltanto si appoggiava, ma era letteralmente accasciato su di me, per cui io riuscivo appena e con fatica a sostenerlo.
Arrivati innanzi alla stanza n. 5, che Padre Pio ha occupato fino al 1948, egli mi invita a entrare nella Cappellina situata di fronte a questa sua stanza.
In questa Cappella Padre Pio ha celebrato la Santa Eucarestia, particolarmente nel periodo della sua segregazione.
Dopo essere entrati, il Padre ha acceso la luce e mi ha condotto fino all’Altarino della Madonna Immacolata, bello nella sua semplicità, con alla base un dipinto che raffigura il “Sacrificio di Isacco”.
Davanti all’Altare mi disse: “Figlio mio, aiutami! Prega per me. Aiutami con la preghiera!”.
Così, mentre Padre Pio si siede, io mi metto in ginocchio per pregare, pensando a quale grazia, proprio per mezzo mio, egli poteva desiderare da Gesù.

Ma più mi sforzavo di pregare, più sopravveniva e mi bloccava il sonno.
A un certo punto, Padre Pio mi chiese di accompagnarlo in camera, ma, per non essere riuscito a pregare per lui, come egli desiderava, mi vergognavo con me stesso.
Più che accompagnarlo, mi sforzavo a trascinarlo, poiché egli era privo di forza.
Arrivati in camera, mentre gli preparavo il letto, sentii dei gemiti di dolore e ancora la sua voce che mi dice: “Autami! Aiutami!”.
Nel guardarlo, vedo che dal suo volto gronda del sangue; istintivamente mi avvicino a lui e, con il fazzoletto che avevo nella manica, gli asciugo il volto.
Nell’asciugarlo, noto sul volto alcune delle ferite che si chiudono; erano ferite che non notavo prima, per cui, in quel momento, ho pensato alla “coronazione di spine” di nostro Signore.
Si notava chiaramente che Padre Pio aveva sofferto una vera e propria “coronazione di spine”, che prima era invisibile e che poi mi fu chiara nel suo insieme.
Terminato di asciugare il sangue, Padre Pio, stremato fisicamente, mi chiede di condurlo a letto.
Preso sotto braccio, lo aiuto a sedersi sul letto e, mentre lo guardo, noto che il suo volto emanava uno splendore che lasciava davvero incantati.
Posso confermare, in piena coscienza, che tutto quanto ho visto e raccontato, anche se non sono riuscito a descriverlo in maniera sufficiente ed esaustiva, per le numerose particolarità, sono state tutte delle vere situazioni!».