IL CARISMA
DEL
PROFUMO.

Un documento storico, fortemente legato alle Profezie di Padre Pio.
Il racconto, con alcuni contributi anche di Mons. Pasquale Maria Mainolfi, è piuttosto lungo e articolato, ma poiché il finale è legato al “Carisma del Profumo” di Padre Pio, si ritiene opportuno pubblicarlo in una sola puntata.
“Il Profumo
avvertito
dalla veggente
di Garabandal”.
Era il 1962 quando le quattro giovani veggenti di Garabandal ricevettero una lettera anonima non decifrabile per loro, poiché scritta in lingua italiana.
Le quattro veggenti di Garabandal, Conchita, Mari-Loli, Jacinta e Mari Cruz, ricevettero tale missiva il 3 Marzo del 1962.
In quell’occasione, corse in loro aiuto Feliz Lopez, allora seminarista del Seminario Maggiore di Derio (Bilbao), che riuscì non solo a tradurre la lettera, ma ipotizzò un possibile mittente, riconoscendo un particolare stile, quello di Padre Pio da Pietrelcina.
La conferma arrivò direttamente dalla Vergine Santissima e, pertanto, il mittente non poteva che essere il Santo Frate Pietrelcina.
La lettera recitava cosi: «Care fanciulle, alle ore nove di questa mattina la Santa Vergine Maria mi ha parlato di voi, o care fanciulle, delle vostre visioni e mi ha detto di dirvi: “O benedette fanciulle di San Sebastián de Garabandal, Io vi prometto che sarò con voi sino alla fine dei secoli e voi sarete con Me sino alla fine del Mondo, sempre unite a Me nel Gaudio del Paradiso”.
Allegato alla presente vi rimetto la copia del Santo Rosario di Fatima, che la Santa Vergine mi ha ordinato di spedirvi.
Questo Rosario è stato dettato dalla Santa Vergine, la Quale vuole che sia propagandato per la salvezza dei peccatori e la preservazione dell’Umanità da peggiori castighi, che il Buon Dio sta minacciando.
Una sola è la raccomandazione: “Pregate e fate pregare, perché il Mondo è sulla via della perdizione.
Non credono in voi e nei vostri colloqui con la Bianca Signora, ma ci crederanno quando sarà troppo tardi”».
Dopo aver tradotto la lettera, Feliz Lopez aiutò la giovane Conchita a preparare una lettera in risposta alla gratitudine di Padre Pio.
Conclusa la lettera, Conchita entrò in uno stato di estasi, pregando il Santo Rosario.
Durante la sua preghiera, le apparve la Vergine e le confermò che la lettera era stata scritta proprio da Padre Pio.
La Vergine diede poi una risposta segreta da mandare al Santo Frate.
Il 9 Febbraio 1975, il personale della rivista Needles intervistò Conchita e le chiesero di questa sorprendente lettera, che si diceva fosse stata dettata da Padre Pio.
Queste, in sintesi, “le frasi estrapolate dall’intervista”, che raccontano della lettera ricevuta dalla giovane Conchita e del suo incontro con Padre Pio.
«Ricordo di aver ricevuto per posta una busta indirizzata a me; mi chiedevo cosa contenesse e perché non fosse firmata; così la misi in borsa, fino a quando, quel giorno, non vidi la Santa Vergine.
Quando mi apparve, Le mostrai la lettera e Le chiesi chi me l’avesse mandata.
La Vergine mi disse che era stato Padre Pio e, poiché io non sapevo chi fosse, non chiesi nulla di più.
Dopo l’Apparizione, raccontai della lettera e un seminarista, che era presente con gli altri, mi diede alcune informazioni su Padre Pio e dove egli si trovava.
Quindi gli scrissi una lettera, dicendogli che mi sarebbe piaciuto incontrarlo, quando avrebbe visitato il mio paese.
Lui, in seguito, mi mandò una sua lettera, dicendomi: “Credi che possa uscire dal camino?”
Io all’epoca avevo solo 12 anni e non sapevo cosa volessero dire quelle parole, poiché non conoscevo nulla della vita che si conduceva nei Conventi».
Nel Febbraio del 1967, Conchita arrivò a Roma con la madre, un Sacerdote spagnolo, Padre Luis Luna, il Professor Enrico Medi e la Principessa Cecilia di Borbone.
Conchita era stata chiamata a Roma dal Cardinale Ottaviani, prefetto del Santo Ufficio (oggi chiamato “Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede”).
Fu durante questa visita che Conchita ebbe un’udienza privata con il Papa Paolo VI, durante la quale solo cinque persone furono presenti con il Pontefice.
Abbiamo la testimonianza del Professor Medi (uno dei cinque presenti), allora Presidente dell’Associazione Europea di Ingegneria Atomica e amico del Papa.
Poiché Conchita dovette aspettare un giorno, prima dell’incontro con il Cardinale Ottaviani, il professor Medi suggerì di andare a San Giovanni Rotondo per conoscere Padre Pio.
Continua così il racconto di Conchita nell’intervista del 1975, riguardo la visita al Santo Frate di Pietrelcina.
«Tutti arrivammo al Convento con la macchina noleggiata dal Professor Medi.
Erano le 21 e ci dissero che non avremmo potuto vedere Padre Pio fino al giorno seguente, dopo la Santa Messa.
Prima della Messa, Padre Luna e il Professore andarono in Sacrestia.
Il Professore mi raccontò più tardi ciò che lì accadde.
Mi fu detto che Padre Luna aveva informato Padre Pio che la Principessa di Spagna era lì per vederlo.
Padre Pio quindi rispose: “Non mi sento bene e non potrò ora vederla, se non più tardi”.
Il Professor Medi aggiunse: “C’è un’altra persona che vuole vederla ed è Conchita vuole parlarle.”
Padre Pio allora rispose: “Conchita di Garabandal?
Allora venite domani mattina alle 8.”
Il giorno seguente fummo condotti in una piccola stanza, una cella con un letto, una sedia e un piccolo tavolo.
Domandai a Padre Pio se fosse la camera sua e se dormisse lì.
Egli mi rispose: “Oh, no, non potete vedere la mia stanza.
Questa camera è ricca rispetto alla mia.”
In quel momento non sapevo quanto fosse Santo Padre Pio, ma ora sì, poiché, così giovane, non conoscevo la sua spiritualità e i suoi “carismi”!
Nella camera, assieme a me, vi era solo mia madre, Padre Luna e un Sacerdote, che parlava spagnolo e che, dopo aver chiesto il permesso a Padre Pio, fece molte fotografie.
Ricordo che il Sacerdote aveva il Crocefisso baciato da Nostra Signora e che mostrandolo a Padre Pio disse: “Questa è la Croce baciata da Nostra Signora. Vuole baciarla Padre?”
Padre Pio lo prese mettendolo nel palmo della mano sinistra, sopra la Stigmate; poi prese la mia mano, la mise sul Crocefisso, chiuse le dita della sua mano sulla mia e con la sua mano destra mi benedisse.
Lo stesso fece con mia madre, quando lei gli chiese di benedire il suo Rosario.
Io rimasi tutto il tempo in ginocchio davanti a Padre Pio».
Il modo con cui Padre Pio venne coinvolto negli “eventi di Garabandal” è lo stesso vissuto solo da un’altra persona; in realtà, nella notte dell’8 Agosto 1961, avvenne che Fra Luis Andreu S. J. ebbe una visione: egli, mentre osservava le Veggenti in estasi, vide la Vergine del Miracolo tra gli alberi sopra la collina, il luogo delle Apparizioni vicino al paese di Garabandal.
Padre Andreu la mattina seguente, dopo la visione avuta nella notte, morì.
Infatti, una delle profezie rivelate alle Veggenti da Nostra Signora di Garabandal, è quella che Padre Pio l’avrebbe vista in qualunque posto in cui si sarebbe trovato, ma, alla morte di Padre Pio nel 1968, Conchita rimase perplessa, chiedendosi perché la profezia non si era avverata.
Un mese più tardi Conchita fu tranquillizzata su tale sua perplessità, in quanto, il 16 Ottobre 1968, ricevette un “dono prezioso”, consistente in un telegramma proveniente da Lourdes, inviato da una sua conoscente originaria di Roma.
Il telegramma conteneva l’invito affinché Conchita si recasse a Lourdes per ritirare una lettera di Padre Pio a lei indirizzata; fu così che Conchita e sua madre partirono la notte stessa per Lourdes.
Nella fretta, però, Conchita dimenticò i passaporti e, arrivata alla frontiera, furono fermati per sei ore; solo grazie a un “passaporto speciale”, firmato dal Governatore Militare del posto, poterono passare la frontiera della Francia.
A Lourdes parlarono con gli emissari italiani di Padre Pio, tra i quali vi era anche Padre Bernardino Cennamo, O.F.M..
Padre Cennamo non era di San Giovanni Rotondo, ma apparteneva allo stesso Convento ed era ben conosciuto da Padre Pio e Padre Pellegrino, che, quest’ultimo, curò Padre Pio negli ultimi anni e trascrisse gli appunti per Conchita dettati dallo stesso Padre Pio.
Padre Cennamo disse a Conchita che non credeva nelle Apparizioni di Garabandal, fino a quando Padre Pio non gli dette l’incarico di consegnare direttamente alla giovane veggente il “velo” che avrebbe coperto il suo volto dopo la morte.
Il “Velo di Padre Pio” assieme alla lettera furono consegnati a Conchita, che chiese a Padre Cennamo “perché non si era verificata la Profezia, visto che Padre Pio era morto”.
A tale interrogativo, Padre Cennamo rispose che Padre Pio gli aveva confidato di aver visto il Miracolo della Vergine di Garabandal prima di morire (proprio come era avvenuto a Fra Luis Andreu).
Al ritorno a casa, Conchita decise di descrivere a un amico di Madrid tutto quanto lei aveva vissuto, nonché quel che accadde mentre scriveva.
In conclusione, così Conchita riferisce con le sue parole: «Avevo il velo davanti ai miei occhi mentre scrivevo quando, all’improvviso, tutta la stanza si riempì di un “fragrante e intenso profumo”, già avvertito quando ero stata vicino Padre Pio, ma senza avergli dato allora il giusto valore, poiché non conoscevo questo suo importante e particolare “carisma”.
Tutta la camera profumava tanto da farmi piangere ed era la prima volta che sperimentavo, dopo la sua morte, una simile e profonda sensazione».
Padre Pio, attraverso il suo Profumo, non soltanto confermava la sua presenza, ma ancora una volta la veridicità delle Apparizioni della Santissima Vergine Maria alle fanciulle di Garabandal.