Editoriale Santo Natale 2022

Carissimi fratelli e sorelle,
sia Lodato Gesù Cristo, Ave Maria,

“Gesù Bambino guardava gli occhi della Sua mamma e in essi vi contemplava la Volontà di Dio e la compiva” Questo pensiero del Beato Gabriele M. Allegra ci invita a meditare profondamente sulle realtà dell’Incarnazione del Verbo e della mediazione dell’Immacolata. Gesù Bambino contemplava, negli occhi di Maria, la Volontà di Dio. Questa ci fa pensare all’”immacolatezza” (come amava esprimersi S. Massimiliano Maria Kolbe) della Madonna. Ella è pura trasparenza di Dio: la Sua purezza e la Sua umiltà, vissute in grado sommo, il più perfetto possibile per una creatura, la rendono cristallo purissimo nel quale si specchia la Volontà di Dio e che altro non può riflettere che la Volontà di Dio. La volontà di Maria è perfettamente unita a quella di Dio, non c’è nulla che la Madonna voglia, che non sia voluto anche da Dio. Per questo motivo la preghiera della Madonna è immediatamente efficace. Se davvero crediamo in questa perfetta unione ed uniformità della volontà di Maria con quella di Dio, come insegna ancora il grande apostolo, folle dell’Immacolata, S. Massimiliano M. Kolbe, si può e si deve parlare, senza tema di eresia (come invece vorrebbe far credere un certo “minimalismo mariano” che predica un ridimensionamento della devozione mariana con la scusa che essa toglierebbe centralità a Cristo) di “fare la volontà di Maria”!

Tante sono le realtà che il mistero del S. Natale ci fa contemplare. Pensiamo a un Dio che, pur di attirare a sé le anime, si manifesta nell’essere che più di ogni altro suscita dolcezza: un bambino! Meditiamo su un Dio che si “abbassa” non solo nell’assumere la natura umana, ma addirittura fino a rendersi così piccolo da entrare nel grembo di una Sua creatura e quindi a far dipendere da essa la Sua stessa vita; pensiamo ancora a quanto, nei nove mesi della gravidanza, i Cuori di Gesù e Maria, fossero fisicamente l’uno accanto all’altro e battessero all’unisono; riflettiamo pure sul mistero di un Dio che chiama una sua creatura: “Mamma!”; contempliamo poi lo scambio di amorosi sguardi tra il pargoletto Gesù e la Sua Santa Madre mentre Ella lo teneva tra le Sue braccia e lo curava con la tenerezza della più dolce della Madri; consideriamo ancora come quella stessa carne e quello stesso Sangue che Egli ci offre sul Calvario e nella Santissima Eucarestia, siano impastati della stessa carne e dello stesso sangue di Maria, nutriti dal latte del suo purissimo seno!

Ma nel meditare tutte queste realtà non dobbiamo fermarci a pii sentimenti che vanno e vengono, senza che tutto ciò tocchi concretamente la nostra vita e la informi in tutti i suoi ambiti. Esse devono guidare la mente ed elevare l’anima alle realtà soprannaturali, all’eternità, alla vita del Cielo, devono impegnarci in un autentico cammino di conversione, devono suscitare in noi il desiderio della vita interiore, devono stimolare alla lotta al maledetto peccato e al progresso delle virtù, per partecipare sempre più alla bellezza e alla fecondità spirituale di questi divini misteri. Non cadiamo nell’errore di separare Gesù Bambino dal Crocifisso: Dio ci dona, per mezzo dell’Immacolata, suo Figlio Gesù nella natura umana, nella forma di un dolcissimo e tenerissimo bambino, il più bello dei figli dell’uomo e noi, dopo qualche anno, glielo restituiremo completamente sfigurato, uomo dei dolori, su una croce. Questo fa il maledetto peccato! Questo dobbiamo sempre ricordarlo non per deprimerci o scoraggiarci (sentimenti questi che vengono dal demonio) ma per ricordarci quello che Dio fa per ciascuno di noi, quanto Egli ci ama e per essere sempre ricolmi di gratitudine e amore verso di Lui.

Cari fratelli, essere cristiani vuol dire combattere il mondo e il suo principe, non adeguarsi alle sue mode e al suo spirito, distinguersi nel modo di pensare, agire, educare i figli, vestirsi, vivere il tempo libero e lo svago, adeguare i propri impegni in base al calendario liturgico e non il calendario liturgico ai propri impegni, ecc., sentirsi quanto mai “estranei” in un mondo al quale non apparteniamo e che proprio per questo ci perseguita e non ci può tollerare.

In questi santi giorni del Natale noi siamo presi da una grande tenerezza per Gesù. Fare il presepe nelle nostre case e nelle nostre chiese è in fondo un gesto di affetto nei Suoi confronti oltre che un mezzo che ci aiuta a contemplare il mistero della Sua natività. Meditiamo davanti al presepe! Quante considerazioni esso può suscitare nella nostra mente! Ne riportiamo una del santo sacerdote napoletano don Dolindo Ruotolo che, dalla contemplazione dei pastorelli del presepe costruito nella sua Chiesa, offre una splendida riflessione ai suoi fedeli, e a ciascuno di noi, sulla realtà della nostra vita:

Che cosa diventano questi pastorelli, ora atteggiati in varie pose e che formano qui come la piccola vita del presepe? Uno ad uno sono tolti dal loro posto e rimessi, quasi sepolti, nelle casse, dove aspetteranno fino all’anno venturo. Voi li vedete qui radunati e ognuno sembra intento alle sue faccende: vi è il cuoco che cucina, la massaia che lava, il pastore che pascola. Eppure tutti hanno un solo scopo reale: adorare la culla di Gesù. Appena Gesù è tolto dal presepe, essi non ha più nessuno scopo di essere e sono tolti via. Guardiamo nel mondo come nel presepe. Tutti si muovono per la loro via, ognuno si forma, nel suo “presepe”, un ambiente isolato e sogna una vita di grandezze; eppure tutti ci siamo per un unico scopo: conoscere Dio, perfezionarci, raggiungere Lui. Se togliete dalla nostra vita questa grande realtà, questa realtà oggettiva che tutte le illusioni del mondo e le chiacchiere degli increduli non possono annullare, esso si risolve in nulla. Appena togliete Dio dal nostro “presepe”, i pastori non hanno più scopo (…) Miei cari fedeli, se è vero, come lo è, che la nostra vita passa velocemente e che noi siamo destinati all’eternità, ogni più piccola azione della vita può diventare reale se è indirizzata a Dio, e se non è indirizzata alla Sua gloria e alla nostra vita futura, rimane un gesto privo di senso, che può essere più o meno eloquente, ma che non dice mai niente.”  

Questi i semi di meditazione che vogliamo proporvi per questo Santo Natale, augurando a tutti voi ed alle vostre famiglie che sia sempre più autenticamente vissuto.

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