Discorso di Gesù dopo l’ultima cena
Punto II – Affinché tutti sappiano che cos’è l’amore di Dio, Gesù ci dà i mezzi per riconoscerlo. Non consiste in belle parole o in comuni espressioni d’affetto, ma nell’ubbidienza precisa e costante ai suoi comandi. «Colui che mi ama, Egli dice, osserva i miei precetti», non solo a parole, ma col cuore e con l’integrità di vita. E non aggiunge “in qualche cosa e per qualche tempo”, ma si limita a dire che soltanto chi l’ubbidisce dimostra di amarlo. Come esempio ci propone se stesso, indicando la sua perfetta ubbidienza quale prova del suo amore per l’Eterno Padre.
Riflessione – Quando dico che amo Dio, se voglio esser sincero, devo essere pronto ad ubbidirlo in ogni cosa; devo esser disposto a perdere tutto, perfino la vita, anziché essere privato anche solo per un momento della sua grazia a causa di un peccato mortale. Questo è per me un preciso dovere. Nell’amare le creature tante volte ho superato senza pormi problemi i limiti del lecito e dell’onesto, nell’amare Dio, invece, mi sono limitato a quel tanto che bastava per non cadere nel peccato mortale, senza neppure pensare di dover fare qualcosa di più. E pretendo di essere un buon cristiano; in verità non lo sono perché non rispetto l’impegno di crescere sempre più nell’amore di Dio. Infatti non è da vero cristiano dire: “Voglio fare solo quello a cui sono obbligato”, quasi ci fosse la paura di oltrepassare nel bene quei limiti che nel male si sono oltrepassati senza alcun timore.
Colloquio – Mio Salvatore, tu non hai usato questa regola nell’amarmi, ossia di fare per me solo quello a cui eri obbligato. E chi poteva obbligarti ad amarmi? Chi poteva costringerti a soffrire per me una passione così dolorosa e a morire per la mia redenzione? Solo l’immensità del tuo amore. Il mio cuore è davvero un ingrato, visto che io soppeso attentamente fino a che punto posso giungere nell’offenderti e non mi dò pensiero di piacerti anche in ciò che va oltre il mio dovere. Mio Signore, io so che tu sei geloso dell’amore che ti è dovuto e che finora non ti ho dato nulla all’in- fuori di affetti sterili e desideri incostanti. Fa’, che cominci ora ad amarti veramente. Io non so, infatti, se ti amo e ancora meno se questo mio amore è sufficiente per non perdermi. Aiutami tu ad amarti e a detestare il peccato più per amor tuo, che per mio interesse o per timore dei castighi. Fa’ che mi piaccia tutto ciò che a te piace, e che rifiuti tutto quello che a te dispiace; concedimi di osservare amorosamente non solo i tuoi precetti, ma anche i tuoi consigli e di non amare nulla più di te e di ciò che ti riguarda.
Pratica– La regola più sicura per amare Gesù è quella di imitarlo. Procurerò perciò di fare in tutto la volontà del Padre, per dargli gloria in tutte le mie intenzioni ed azioni, proprio come ha fatto Gesù.