Gesù al tribunale di Anna
Punto V– Osserviamo bene le circostanze: chi è che dà lo schiaffo? Un povero giudeo, un servo meschino e vile. Chi è che lo riceve? Un Dio Onnipotente dinanzi al quale gli Angeli chinano il capo adoranti.
Riflessione – Dio, che ha creato l’uomo dal nulla, riceve uno schiaffo proprio da quelle stesse mani che ha plasmato con infinita sapienza e bontà. Inoltre quello schiaffo gli provoca molto dolore perché gli viene dato con estrema violenza, senza alcuna pietà. Non c’è affronto paragonabile a questo, eppure nessuno dei presenti rimprovera quel servitore, nessuno compatisce e difende Gesù, anzi, tutti si compiacciono dell’accaduto. I profeti che hanno parlato della Passione di Gesù hanno voluto raccontare nei particolari quest’offesa, come se bastasse da sola a coprirlo di vergogna. Infatti, se noi ci indigniamo soltanto immaginandola e non possiamo sopportare che rimanga impunita, cosa avrà provato Gesù? Certamente egli avrebbe potuto mostrare il più grande ri- sentimento e sarebbe stato giusto. Invece preferisce esercitare più l’umiltà che la giustizia, più la pazienza che il potere; gli preme soprattutto di educare me con l’esempio piuttosto che punire quel servo insolente ed io come mi servo di questa lezione?
Colloquio – Mio Dio, tutti i torti e tutte le offese che posso aver subito, messi insieme, sono sempre nulla al confronto di quello schiaffo dato a tuo Figlio; ma io non ho, come Lui, la pazienza per sopportare neppure uno sgarbo o una piccola umiliazione. Per questa mia facilità a risentirmi e ad aggredire chi mi offende non posso essere considerato un buon cristiano, che sa imitare l’esempio di Gesù e che è degno, quindi, di essere considerato tuo figlio. Comunicami, amoroso Salvatore, il tuo spirito umile e paziente, frena la mia collera e umilia la mia superbia, affinché io non pensi mai né a vendicarmi né a lamentarmi, ma sopporti tutto volentieri per amor tuo, consapevole che la pazienza è il bene più grande di questo mondo. E sarò disposto a sopportare tutto solo se mi darai luce per riconoscere che non c’è male che io non meriti per i miei peccati, e che la mia sofferenza è niente in confronto a quello che tu hai patito per me.
Pratica– Dio ha disposto che ogni virtù di Gesù vinca il vizio opposto che sta in noi. Mi servirò, quindi, dell’umiltà, della pazienza, della dolcezza e soavità di Gesù per mortificare la mia superbia, l’impazienza, l’arroganza e l’ira contro il prossimo.