Exsurge Christianitas!

Lega di preghiera per la restaurazione dell'Ordine Tradizionale Cattolico

Il Santo Rosario è più forte della bomba atomica

Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

Ave Maria,

Interrompiamo il nostro silenzio dopo molti mesi. Mesi, dal punto di vista personale molto impegnativi, che ci hanno visti impegnati su altri fronti assorbendo totalmente il nostro tempo e le nostre energie. Ci sembra, a questo proposito, doveroso, ringraziare il gruppetto di anime pie che, con tanta dedizione e tanta pazienza, ha in questi mesi portato avanti l’attività di Exsurge, garantendo la copertura della quasi totalità delle Ore di Guardia. Che la Madonna gliene renda merito.  

Grazie a loro oggi Exsurge Christianitas, in questa importante ricorrenza del 7 ottobre, celebra 2 anni dalla sua nascita. Due anni in cui sono stati recitati quasi 17.000 rosari completi e molte ore di adorazione sono state offerte. Gocce nell’oceano naturalmente, come abbiamo già avuto modo di dire in passato, ma confidiamo che il Signore, che non disprezza un cuore contrito ed umiliato, tenga conto della supplica di tante anime oranti.

Nel frattempo il mondo pare avanzare inesorabilmente verso la catastrofe. L’Occidente, ottenebrato e reso stupido da decenni di ingegneria sociale e dalla diffusione scientificamente programmata della corruzione morale e del vizio, prosegue ciecamente verso il suicidio collettivo.
Alle soglie quindi di un probabile conflitto nucleare di cui i fanatici della Apocalisse sembrano non vedere l’ora; alle porte di un inverno che ci vedrà (grazie ai nostri da sempre fidati “alleati” anglosassoni) al freddo, alla fame ed in cui tante attività economiche saranno scientemente mandate sul lastrico, in ottemperanza all’agenda 2030, non stanchiamoci di cercare rifugio nell’unico luogo sicuro: i Sacri Cuori di Gesù e Maria.

Vogliamo a questo proposito ricordare un evento significativo avvenuto nel 1945 quando gli americani – a guerra finita –  sganciarono l’ordigno atomico su Hiroshima. Quattro Padri gesuiti vivevano in una parrocchia distante solo otto isolati dal centro dell’esplosione. Per un giorno intero i quattro gesuiti furono avvolti in una specie di inferno di fuoco, di fumo e di radiazioni. Nessuno dei quattro Padri fu contaminato dalle radiazioni atomiche, e la loro casa era rimasta ancora in piedi, mentre tutte le altre case intorno furono distrutte e ridotte ad un cumulo di macerie incenerite. Nessuno dei duecento medici americani e giapponesi, seppe mai spiegare come mai, dopo 33 anni dallo scoppio dell’atomica, nessuno dei Padri aveva mai sofferto o aveva riportato conseguenze da quella esplosione atomica e continuavano a vivere in ottima salute.

Interrogati, i Padri avevano sempre risposto: «Come missionari abbiamo voluto vivere nel nostro paese il messaggio della Madonna di Fatima e perciò abbiamo pregato tutti i giorni il Rosario». Ecco quindi il messaggio pieno di speranza di Hiroshima: la preghiera del Rosario è più forte della bomba atomica.[1].

Questo breve editoriale è quindi per ricordare a tutti noi il giusto ordine delle cose che tendiamo a dimenticare quando – molto umanamente – ci lasciamo turbare dai flutti della tempesta in atto. “Non avete ancora fede?” Dice Gesù ai suoi discepoli dopo aver sedato la tempesta. È davvero un problema di fede e questi eventi devono essere per noi il crogiuolo nel quale viene forgiata la nostra fede. Rimane certamente la difficoltà del farlo e di non cedere alla tentazione della disperazione. Rimane la sofferenza del vedere sempre meglio la nostra miseria interiore, la nostra debolezza nel rispondere alla chiamata e l’imperfezione della nostra offerta. Tutto ciò non deve fermarci. Dobbiamo continuare a portare la nostra croce sull’esempio del nostro Maestro che, nella sua Passione, ci ha mostrato come portarla perfettamente. Come il paralitico guarito, dobbiamo prendere in nostro lettino – il nostro fardello di imperfezione – e camminare[2]. Come lui siamo infatti stati graziati nel comprendere ciò che sta avvenendo, nel mantenere il senno in un mondo dissennato e soprattutto per il continuare ad avere fede che – ricordiamolo come afferma San Paolo, è certezza delle cose sperate e dimostrazione di quelle che non si vedono[3]. È quindi, in una certa misura, già indice di possedimento della Verità.  

Allo stesso tempo, come ci indica Sant’Agostino[4], nel lettuccio del paralitico dobbiamo vedere la carità dovuta al prossimo: “Cosa dice l’Apostolo? Portate i pesi gli uni degli altri, e così voi adempirete la legge di Cristo (Gal 6, 2). La legge di Cristo è la carità, e la carità non si compie se non portiamo i pesi gli uni degli altri. Sopportatevi a vicenda con amore – aggiunge l’Apostolo –, e studiatevi di conservare l’unità dello spirito mediante il vincolo della pace (Ef 4, 2-3). Quando tu eri infermo venivi portato dal tuo prossimo; adesso che sei guarito devi essere tu a portare il tuo prossimo: portate i pesi gli uni degli altri, e così voi adempirete la legge di Cristo. È così, o uomo, che tu completerai ciò che ti mancava. Prendi, dunque, il tuo lettuccio. E quando l’avrai preso, non fermarti, cammina! Amando il prossimo e interessandoti di lui, tu camminerai.”

Se dunque abbiamo avuto la grazia di essere stati guariti è nostro dovere aiutare a portare i pesi di chi ancora è in stato di paralisi. Il primo modo è certamente quello della vicinanza fisica e della testimonianza della propria fede. In un mondo che persegue in modo sistematico l’atomizzazione sociale e che vuole rompere ogni vincolo con la realtà, sempre più persone saranno portate alla disperazione e solo chi ha fede potrà sperare di mantenersi saldo e dare in questo modo speranza anche a chi non ne ha.  

Ma il modo certamente più potente di manifestare la carità, come ci ricorda la Madonna a Fatima, è quello di pregare per la conversione dei peccatori ed offrire sacrifici: “le anime si dannano perché non c’è nessuno che preghi per loro”. Nonostante gli avvenimenti continuino a precipitare e tutto sembri procedere inesorabilmente verso l’abisso, non stanchiamoci quindi di pregare per le anime e perché il mondo possa tornare a Cristo , unica fonte di vera pace. Insistiamo nella preghiera anche se ci sembra sterile. Infatti, come disse don Dolindo,

“l’insistenza della preghiera orienta l’anima a Dio, accresce il senso dell’umiltà, accende l’amore. Se non ti vedi esaudito non cedere alla tentazione di lasciare la preghiera: insisti con profonda umiltà, con vera fede, con forte amore. avrai certamente grazie in armonia con la tua eterna salvezza. Dà nella carità e ti sarà dato nella misericordia. Abbi il cuore largo e Dio sarà largo con te.

L’anima a Gesù:

O Gesù, guarda la mia debolezza; dammi il dono della preghiera e fa che io viva amandoti sopra tutte le cose.”

Alle soglie quindi della III° guerra mondiale, ricordiamo la potenza della preghiera. Ricordiamo che   il Santo Rosario è più forte della bomba atomica. Oggi, nel centro risorto di Hiroshima sorge una chiesa dedicata alla Madonna. Le 15 vetrate mostrano i 15 misteri del Rosario, dove si prega giorno e notte. Preghiamo anche noi giorno e notte i 15 misteri del Rosario e – non dimentichiamolo – adoriamo quando possibile il Santissimo Sacramento. Pregate e adorate, se volete con Exsurge, da soli o con qualche altro gruppo. Ma fatelo. Non vi è cosa più urgente, non vi è cosa più potente, non vi è balsamo migliore per le nostre anime nella tormenta.


[1] https://www.radiospada.org/2019/08/i-miracoli-del-rosario-a-hiroshima-e-nagasaki/

[2] Gv 5, 8

[3] Eb 11, 1

[4] Commento al Vangelo di San Giovanni, omelia 17, punto 8